1.Impressioni di Buenos Aires

Queste sono le mail che ho scritto ai miei amici durante il viaggio. Ce n'e' pure una, l'ultima, che non ho spedito, perche' per un grave problema il mio viaggio si e' interrotto bruscamente a Cordoba (per questo, non per follia, in 3 mesi non ho visto Iguacu').
Come al solito queste mail contengono anche cose poco interessanti per chi cerca semplicemente info di viaggio. In "Info Pratiche" ci sono informazioni sul viaggiare e nella sezione "Accomodations" gli alberghi e ristoranti dove sono stato.

1. Impressioni di Buenos Aires

Ho pensato che tra Casino Online, metodi per allungare il
pene e russi che si spacciano per la vostra Banca, un po' di spam anche
da parte mia non sara' terribile.

IMPRESSIONI DI BUENOS AIRES

14.02

Il primo posto in cui vado, anche perche' da San Telmo e' sulla strada per il centro, e' Plaza de Mayo, la piazza resa famosa dalle madri (ora abuelas, nonne) di Piazza di Maggio, che ci camminano attorno dai tempi della dittatura tutti i giovedi' chiedendo giustizia per i desaparecidos e l'Argentina.
La piazza e' proprio davanti alla Casa Rosada (al retro in realta'), che e' la dimora del Presidente.
In questo giorno di sole accecante e' presidiata da poliziotti in divisa antisommossa e grate alte 2 metri, come quelle che a Genova difendevano la zona rossa.
Perche' nel pomeriggio ci sara' una manifestazione, pro o contro qualcosa che sinceramente non riesco a capire.
Ci torno alle 15.30, orario in cui dovrebbero arrivare le Madri, ma non le vedo.
Onestamente non sapro' mai se quel giuorno hanno disertato per via della manifestazione (mi sembrerebbe strano) o quell'oggetto insensato che e' il mio cellulare aveva sbagliato ad aggiornare il fuso orario.
Ma ok, ci tornero' a Buenos Aires tanto, prima di tornare a casa.

(qui cominciava un lungo, troppo lungo, resoconto delle mie idee sulle dittature sudamericane, argentina e cilena sopratutto, che non vi mando.
Le informazioni sono ampliamente disponibili in rete, la CIA ha pure desecretato, e quindi reso pubblici, un sacco di documenti relativi a quel periodo e sono bene o male sotto gli occhi di chi le vuole vedere le atrocita' commesse dai militari, le responsabilita' della Chiesa Cattolica e il laissez faire o voltarsi dall'altra parte con un sorriso degli Stati Uniti.
Forse non sara' mai fatta giustizia fino in fondo, ma la storia e' piena di risposte per chi vuole farsi delle domande.
Essendo a Buenos Aires volevo comunque andare a visitare la ESMA, l' ex Scuola di Meccanica dell' Armata, uno dei piu' importanti, se cosi' vogliamo chiamarli, punti di tortura di quel periodo, che dal 2004 e' stata trasformata in Museo della Memoria.
Alla libreria del caffe' delle Madri mi dicono pero' che non e' aperta al pubblico.
Mi sembra folle per un museo ma accetto il fatto.
Un italiano che vive a Buenos Aires mi dira' poi che volendo viene aperta su richiesta, perche' una parte dell'enorme complesso appartiene ancora ai militari.
Ma sono appena stato ad Auschwitz, non faro' aprire solo per me l'ennesimo edificio simbolo del male.
Mi sembrerebbe eccessivamente morboso, penso.)

Poi proseguo verso il Microcentro, il quartiere del turismo e degli affari, e gia'che ci sono arrivo fino a Recoleta, zona di lusso dove c'e' il famoso cimitero.
Come prima idea, mi sembra strano che un cimitero sia una meta turistica ma in effetti offre visuali e scorci davvero incredibili, e c'e' una luce da pueblo messicano, oltre che magnifiche tombe (sembra un controsenso) di personaggi piu' o meno famosi, tra i quali Evita e Carlos Gardel.
Anche se a me quella che e' piaciuta di piu' e' quella di un famoso pugile argentino, con la statua a grandezza naturale in accappatoio e guantoni.

15.02

Cosi' comincio ad andare a piedi verso la Boca. Di solito sono sempre piuttosto scettico sulla paranoia della sicurezza delle guide turistiche, sono scritte anche per anziani americani che usano le Nikon come collana e ostentano Rolex come faceva la Banda della Magliana.
Ma quando 2 portenos (gli abitanti di Buenos Aires) mi dicono di andarci almeno per una strada principale, seguo il loro consiglio e prendo quella.
("A piedi? E' lontano ma puoi andarci ma non andare li´in mezzo eh", e´piu' o meno quello che mi consigliano).
Effettivamente, anche la strada che prendo e' costeggiata da bambini di polvere, gruppi di tatuati a torso nudo, senxatetto che mi chiamano con voce di ruggine chiedendomi una sigaretta.
E' il Sudamerica, in tutta la sua vita e le sue differenze.
Continua a colpirmi come le grandi citta' possano far convivere i quartieri alla moda, le strade degli affari, le piazzette per turisti e lo splendore povero del quotidiano, la faccia nascosta dei depliants.
Lavapies a Madrid, dove sono stato da poco, ne e' un esempio immagino, anche se
certamente meno intenso della Boca.
Anche se in questo campionato di opposti non ho ancora visto nulla che batta Turk Street a san Francisco.
Quell'incomprensibile strada di clochards piantata in mezzo a uno dei quartieri piu' turistici e alla moda, a un soffio dallo Sheraton.
Arrivo comunque al Caminito,la zona turistica della Boca, col consueto passo che dovrebbe dire: so esattamente dove sto andando.
Anche se per tutto il percorso ho come la sensazione di avere addosso la scritta: bersaglio.
E´al Caminito che ci sono le famose case e i tetti colorati;
gli abitanti della Boca, storico quartiere povero ed operaio, usavano il colore avanzato dalla pittura delle chiatte (accanto alla boca scorre il Riachuelo) per dipingere le loro case.
E' un luna parlk di turismo: ballerini di tango, procacciatori di taxi, sosia di Maradona pronti a mettersi in posa, un mercatino che almeno devo dire offre la piu'alta qualita' di bei quadri da strada - tutti con la Boca o il tango come soggetto - al mio ritorno a Buenos Aires ci tornero' per guardarli meglio e magari comprane un paio.
Ma il contrasto dopo la camminata e' troppo stridente, mi sembra di essere stato improvvisamente catapultato in un parco a tema, faccio qualche foto e dopo mezz'ora me ne vado.
Ho trovato piu' interessante l'arrivarci e il ritorno in taxi che la Boca turistica.
Al ritorno il vecchio tassista mi mostra le rovine, la poverta' e la miseria, le famiglie accampate sotto i ponti delle superstrade, le case di cartone.
"Quando c'erano i militari si stava meglio," dice.
"Questa falsa democrazia ha portato solo fallopa (che se capisco bene e' un termine gergale per brutta gente, malacarne e cosi' via) e droga.
Questa gente non vuole lavorare," aggiunge  "vuole solo drogarsi e rubare".
Sono sempre gli stessi discorsi, le stesse idee che stanno alla base delle guerre tra poveri.

Quando scendo a Palza San Martin, nel cuore della Buenos Aires degli affari, mi sembra di essere in un'altra citta', una citta' che si ricorda della Boca solo quando si parla di Maradona o si va allo stadio, la Bomboniera, che non ho visto.
Sono impressioni che scappano ovviamente, una visione di turista di passaggio, anche se la Boca in effetti, escluso il Caminito e dintorni, e' davvero un bel postaccio, come si dice.
(il problema e' che e' impossibile non essere riconosciuti come turisti).

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Credevo fosse una leggenda da meccanici da corsa ma in effetti non ho mai visto cosi' tante belle donne come a Buenos Aires.
E' piacevole, e cosi' sia.

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16.02

Sono stato a visitare la Fregata Sarmiento,un veliero della Marina argentina ancorato a Puerto Madero, un bellissimo lungomare alla moda in cui i vecchi docks sono stati trasformati in universita', locali e ristoranti.
Alla sera il posto e' piuttosto fighetto, come si suol dire, ma i vecchi docks in mattoni rossi, puliti e rimessi e a nuovo sono davvero magnifici.

Anche se non ha mai combattuto, la Fregata Sarmiento ha girato il mondo piu' volte (era a Bombay nel 1901, wow) come nave da addestramento per i cadetti.
Un vero spettacolo, si visita quasi tutto, sala macchine compresa.
Magnifiche foto d'epoca, e magnifiche armi, il cane mascotte imbalsamato e i doni dei paesi in cui la fregata attraccava ai porti.
Un elmo da samurai, e un pezzo della muraglia cinese tra le altre cose.
Uno spettacolo davvero.
(peccato la mia macchina fotografica stesse dormendo nell'armadio dell'albergo)

17.02

Oggi e' domenida e a San Telmo c'e' il mercato.
Ci sono andato aspettandomi il solito mercatino di paccottiglia e bigiotteria hippy e invece e' geniale.
Vecchio antiquariato di machine fotografiche e macchine da scrivere, bottiglie di selz che vengono da un altro tempo, giradischi a manovella che lasciano andare un tango antico tra i solchi del vinile.
E abbigliamento da gauchos, bolas e staffe (da un po' quando penso ai cavalli, o vedo come oggi un povero pony confuso alla stazione degli autobus, mi viene in mente che i Sioux, non avendo un nome per il cavallo lo chiamarono "cane sacro").
E poi ballerini di tango, ovviamente bravissimi, pittori senza futuro - i migliori per ora restano quelli del Caminito alla Boca, insomma un gean bel mercato.
L'unica mancanza come al solito e nonostante qualche profumo qua e la', e' qualcuno che mi vende dell'erba.
Ma Buenos Aires e' almeno adesso piena di una presenza discreta della polizia, che la rende in effetti o almeno mi sembra, veramente molto sicura.
Lo si vede anche da come si comportano i turisti, e anch'io ho smesso di portare il coltello in tasca.
(oltretutto prima o poi, se davvero dovesse accadermi qualcosa, quel coltellino cinese mi fara' ammazare in un vicolo).

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La birra senza schiuma non e' schiuma, dicono a Buenos Aires.
Schiuma o non schiuma, quando mi vendete un litro di birra a 2 euro, come potete aspettarvi che smetta di bere?
Un pacchetto di Marlboro invece costa la bellezza di 0.85 euro.

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Come al solito quando viaggio, io che a casa vado anche dal tabaccaio in macchina, cammino come fossi in pellegrinaggio, e il mio fisico ci si deve abituare.
I sandali Bata che avevo portato con me dall' Italia andavano bene per un aperitivo in barca e mi hanno distrutto i piedi, cosi' li ho regalati a un barbone (spero non debba farci chilometri nemmeno lui)
e ho comprato alla Galeria Pacifico un paio di sandali brasiliani che sembra facciano al caso mio.
La Galeria Pacifico e' un enorme centro commerciale a Retiro, con un' interessante cupola affrescata ma alla fine e' il solito centro commerciale nord/sudamericano.
Quando viaggiavo per lavoro ne ho visti un sacco e non mi sono mai piaciuti molto devo dire.
La cosa che piu' mi ha lasciato esterefatto era comunque la quantita' di gente che si faceva foto all'interno, come se fosse una meta prevista di viaggio.
All'incomprensibile stavolta non posso che opporre un disinteressato silenzio.

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Mi fermo spesso a diventare di pietra su una panchina all'ombra di Plaza San Martin, un magnifico parco in centro.
Alla base c'e' una specie di milite ignoto, con 2 granatieri in alta uniforme che sostano davanti alla lista dei caduti della guerra delle Malvinas (isole Falklands).
Uno dei tanti esempi storici di come il nazionalismo interessato in politica porti all' incomprensibile ed inutile morte di giovani innocenti.
Gli inglesi ci misero poco piu' di 2 mesi a ridurre all'impotenza la giovane e inesperta forza militare argentina, mandata li' da un presidente in difficolta' in cerca di prestigio nazionalista.
(poteva andarci lui eh?)
La cosa piu' crudele comunque mi sembra tenere 2 granatieri in marsina, cappello a tuba, stivali al ginocchio e sciabola, fissi come spaventapasseri al caldo e al sole taglienti di Buenos Aires.
"Non siamo gia' morti abbastanza", mi sembra dicano, "e' davvero necessario ammazzare di caldo anche noi?"

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Oggi in mezzo a un dormiveglia di barboni in una piazza di colombi, ho trovato una moneta da 10 centavos del 1921.
Come tutti gli uomini senza fortuna faro' di questo nichelino la mia fortuna in viaggio.

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Sono come al solito partito senza bicchiere.
Difficile bere senza quando mi porto in camera una bottiglia di birra da un litro.
Cosi' in un supermercato cinese ho comprato una specie di bicchere/biberon di plastica provvisto di cannuccia, con sopra una bambina e una mucca, che evidentemente avranno qualcosa in comune.

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Dalle parti di Florida, una delle strade piu' alla moda, vedo 2 piedi spuntare dall' androne di un negozio chiuso.
Avra' circa la mia eta' l'uomo che sembra morto (e chissa'), sdraiato immobile a meta' pomeriggio accanto a cocci di vetro.
All'anulare sinistro, come una fede incrollabile nell'ingiustizia e nell'autodistruzione,
il collo della bottiglia spezzato.

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E insomma Buenos Aires e' uno spettacolo, il suo cielo d'estate e' immenso e lascia che la sua luce affilata avvolga la citta' dall'alba al tramonto.
E' estremamente europea anche, o occidentale se vogliamo, con lampi improvvisi di Sudamerica, come la Boca, ma anche San Telmo (dove dormo) e Palermo.
E minuscole botteghe che vendono tutto, gente che beve seduta nell'occasione di un gradino, e sospiri di tango che escono dalle finestre piu' impensate.
E ovviamente contrasti, giovani d'affari accanto a chi sistematicamente disseziona la spazzatura per trovarci qualcosa da mangiare, da vendere, da inventare.

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Ho fatto un salto in giornata a La Plata, per vedere il Museo di Scienze Naturali.
Con 3.30 pesos prendo un treno antico che va ai 6 all'ora, dove e' antico anche il campionario dei mendicanti.
C'e' chi lascia un santino e si aspetta una moneta, chi vende matite o album da colorare, ciechi che massacrano un flamenco con delle chitarre che sembrano giocattolo, e poi gelati e altre assurdita' totali che escono dirette dagli anni '50.
Ma il Museo e' bello, anche se polveroso come tutti i musei di scienze naturali.
Anche il Museo e' antico, e stavolta e' un complimento. C'e' una parte didattica interessante e coraggiosa, perche' difende a spada tratta da un secolo almeno la teoria dell'evoluzione (il Papa ancora non ci crede eh, nel 2008, Darwin la scrisse direi nel 1859)
Ma e' la parte zoologica ad essere strabiliante.
Prima centinaia di animali imbalsamati, di ogni genere e specie, scimmie, tapiri, bradipi, lupi, echidne, pipistrelli di ogni forma, famiglie di armadilli, e poi serpenti in formalina e pesci e insetti sconcertanti.
C'e' anche un interessante pannello che spiega come la Planaria, un verme piu' o meno, rinasca ogni volta da se stessa.
Se si taglia la testa di una planaria in maniera longitudinale, le spunteranno 2 teste.
Mi chiedo se continuando, si arrivi a una specie di margherita di teste di planaria, e mentre mi faccio quest'immagine in testa mi dico che sono sobrio, non ho fumato, ed e' pomeriggio.
Ma la sala migliore, rimasta intatta da quando voleva essere dedicata agli specialisti per permettere di evidenziare dalla struttura dello scheletro la discendenza comune della vita, e' quella degli scheletri di animali.
(osteologia comparata, in pratica)
Immensi scheletri di balena appesi al soffitto, scheletri di giraffa, elefante, tutti gli animali possibili.
E quattro teche poste in fila con le grandi scimmie e l'uomo da cui non si puo' non comprendere subito come veniamo dalla stessa partenza, siamo rami di uno stesso cespuglio, un'unica radice della vita.
Dal non si sa cosa(ovvero il big bang) alle prime forme di vita replicanti, acquatiche, e poi le piante, e la conquista della terra e del cielo, i dinosauri (il Museo ha anche una geniale collezione di riproduzioni di dinosauri, favolosa), le estinzioni e e gli equilibri punteggiati e l'esplosione del Cambriano di Gould, e tutto il resto, a piccoli passi, a balzi, a scomparse, casualita' e differenze.
Insomma quella sala d'altri tempi con le sue teche a grandezza naturale in legno e' davvero strabiliante, e per chi e' a Buenos Aires sarebbe un peccato non andarci.

    *    *    *

E piano comincio ad essere in viaggio, lentamente respiro le differenze e cammino tutte le distanze.
Non ho un lavoro, non ho una vita e non ho un amore, eppure ancora tutto si muove, attorno, dentro, vicino e lontano da me.
E sia.

>> 2. Il Mare e la Regione dei Laghi

2.Il mare e la Regione dei Laghi
3.Bariloche e Puerto Madryn
4.Verso sud, dove va a finire il mondo
5.Poco Cile, Torres del Paine, Ghiacciai
6.Santiago e Mendoza e via verso il Nord Ovest
7.Cachi e San Pedro de Atacama